IL PRESIDENTE, PAOLO PATRIARCHI, FA UN BILANCIO DI QUESTI PRIMI 30 ANNI E LANCIA LA SFIDA PER I PROSSIMI TRENTA

RICOMINCIAMO DA TRE…NTA
Mancano ancora pochi giorni all’esordio ufficiale della serie D e …. quasi senza rendercene conto siamo arrivati alla trentesima stagione continuativa in cui l’Algarve Roma Torrino disputa campionati Federali.
Ricordo con emozione i primi anni dell’Algarve Torrino, quando Ale Zanello e Kawasaki Fiorentini erano ancora tra i mejo giocatori della città, e girando per i campi di Roma e del Lazio, molti dei quali ancora all’aperto perché allora si poteva giocare ovunque, i tifosi delle squadre avversarie, sentendoci dire che eravamo del quartiere Torrino …. ci chiedevano increduli … ma che sta a Roma sto quartiere ?
Trent’anni sono tanti ed i ricordi ti saltano addosso tutti insieme e non riesci a distinguere le immagini. Ricordo però sempre con gioia i primi bambini e bambine che abbiamo iniziato ad allenare, nati nel 1983/84/85 che allora avevano poco più di 6 anni.
Ricordo con simpatia le prime squadre agonistiche giovanili dei nati dell’85 e lo squadrone dei nati 88 che, nelle categorie giovanili dominava i campionati di categoria. Molti di loro ora accompagnano da noi i loro figli e, quando li rincontro per le strade o nei supermercati del quartiere sono i primi a venirmi incontro ed a salutarmi, e … “te ricordi Presidè di quella volta che … “ e poi finisce sempre con il darci il cinque e dire all’unisono “Daje Algarve Daje !!!!”
Trent’anni sono tanti …ed i tempi sono cambiati, è giunto il tempo per fermarsi a riflettere ed immaginare un giro di BOA al passo con la nuova realtà dei ragazzi che alleniamo e con un nuovo mondo che ragiona alla velocità degli smartphone, di facebook e di instagram, per ricominciare a pensare di costruire un nuovo modo di essere società sportiva di Basket da qui fino al 2050.
Tante società di Basket come la nostra, nata sull’entusiasmo di voler dare radici ad un quartiere che non voleva diventare una periferia di palazzoni, stanno anche loro cambiando il modo di operare in questo settore.
La nuova legislazione sullo sport e su tutto quello che gira intorno all’associazionismo sportivo ci impone un cambio di ritmo e di rotta, che pur senza rinunciare ai nostri valori fondanti, ci impone un ragionamento nuovo ed un nuovo cammino.
E’ quindi ora il tempo giusto per analizzare senza pietà i troppi errori fatti e ricordarsene bene per non commetterli più. E’ ora giunto il tempo per riempire il borsone bianco rosso delle cose buone fatte per portarle con noi negli anni che verranno lasciando fuori quelle inutili che aumentano solo il peso e rendono faticoso il cammino.
Uno degli errori da non ripetere è quello di continuare a pensare che una società agonistica ed una società promozionale possano essere gestite alla stessa maniera.
Noi Lo abbiamo fatto, con fatica e con caparbietà e sperando di far bene pur sapendo da sempre in cuor nostro, che una società agonistica ha regole diverse da una società promozionale. La prima deve fare obbligatoriamente scelte di selezione dei propri giocatori. La seconda deve garantire a tutti i ragazzi di poter giocare, crescere e migliorarsi senza avere l’obbligo di cercare sempre il risultato.
Nel passato abbiamo cercato di ovviare a questa decisione, pensando di far bene, iscrivendo ad esempio ai campionati la squadra A e la squadra B, ottenendo però spesso lo stesso risultato, ovvero far illudere gli atleti della squadra A di essere fortissimi e di non avere più nulla da imparare, e di creare invece delusione tra gli atleti della squadra B fino a portarli a volte all’abbandono della pallacanestro e dello sport in genere.
Questo non dovrà più accadere perché ogni abbandono è per noi la sconfitta più amara, così come lo è la perdita di voglia di migliorarsi e di imparare per coloro che avrebbero i mezzi per poter diventare ottimi giocatori.
Per questo lo staff tecnico e dirigenziale sta già lavorando alacremente per cercare di porre rimedio negli anni a venire a questa criticità. Cercando la modalità migliore per fare una selezione, che non potrà avvenire se non dopo il sedicesimo anno di età, per i ragazzi che dallo sport vogliono qualche cosa di più, e per dare sempre comunque a tutti la possibilità di continuare a crescere, divertirsi e giocare a basket fino a quando lo vorranno senza la necessità o l’aspettativa di dover essere per forza un campione.
Tra le cose buone invece da mettere nel borsone e che porteremo con noi è questa squadra di Serie D. Una squadra fatta tutta di ragazzi in gamba che vengono dalla nostra scuola Basket. Una squadra che non è solo chiamata a vincere, ma a vincere a modo nostro. Troppo facile alzare trofei andando a prendersi i giocatori bravi delle altre società. Troppo facile fare la spesa con le fatiche degli altri e poi farsi belli e raccontare la favola che si è una società vincente.
Noi vogliamo vincere in altro modo, vogliamo vincere con i ragazzi del nostro vivaio perché nei tanti anni di allenamento nelle nostre palestre abbiamo lavorato per farli sentire parte di un tutto, per dar loro un senso di appartenenza e la consapevolezza che non si gioca per se stessi ma anche per i compagni, per la squadra, per il coach e per i colori della propria società che è parte di una comunità più ampia.
Con molti ci siamo riusciti ed oggi sono loro la prima squadra di una delle più importanti società di basket del Lazio. Saranno loro i modelli da imitare per i ragazzi più giovani che verranno a vedere le partite numerosi ed appassionati come sempre, saranno loro a certificare che se meriti il campo ..all’Algarve il campo l’ hai.
Questa squadra guidata da Coach Foschi e da Zanza che avrebbero potuto allenare squadre ben più esperte e quotate, ma che hanno sposato e promosso in pieno del progetto “ONLY HOMEMADE PLAYERS PLEASE”, ce la portiamo nel nostro borsone del nuovo cammino perché, è frutto di tutti gli allenatori e di tutti i dirigenti che, dopo la poco felice esperienza di unione con altre società per il settore agonistico, hanno scommesso sul loro lavoro e sul loro impegno per raggiungere questo risultato.
Mettiamo nel borsone anche la voglia di rimanere legati alle nostre origini ed al nostro territorio, perché il Torrino con tutti i suoi 71.000 abitanti, le sue scuole, le sue palestre e con i suoi magnifici ragazzi e ragazze, sarà anche per il futuro IL NOSTRO ORIZZONTE ed il NOSTRO CAMPO DI GIOCO.
Mettiamo nel borsone e ce la portiamo stretta nel cuore la nostra voglia di offrire la nostra solidarietà ed il nostro sostegno alle persone svantaggiate, agli amici dell’AISM di Roma e della Comunità di S Egidio, non in parole ma nei fatti. Mettiamo nel borsone tutti gli insegnamenti ed il ricordo degli amici che non ci sono più ma che cammineranno per sempre insieme a noi come Fabrizio Califano, Elena D’Amanzo e Giuseppe Iacopino che, siamo sicuri, continuano a seguirci da lassù ed a fare il tifo per i nostri colori.
Non metteremo invece nel Borsone per gli anni a venire il vostro vecchio Presidente.
Avevo passato da poco i trent’ anni quando iniziai questa avventura, immaginandola e creandola dal nulla in un territorio che conoscevo ancora poco. Ne sono passati altri trenta e ora ne sono esattamente il doppio. E’ giunta l’ora che anche io passi la mano e, dopo aver onorato tutti gli impegni presi, da fine maggio 2020 continuerò a seguire tutti i miei ragazzi ed i miei coach con immutato affetto, stima e simpatia come primo tifoso della squadra e dei nuovi dirigenti…..e se Dio vuole fino al 2050 .. poi basta però !!!
Daje Algarve Daje !!!!

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